Manfredi Valerio Massimo - Alexandros 02 - 1998 - Le sabbie di Amon by Manfredi Valerio Massimo

Manfredi Valerio Massimo - Alexandros 02 - 1998 - Le sabbie di Amon by Manfredi Valerio Massimo

autore:Manfredi Valerio Massimo [Manfredi Valerio Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: romanzo storico
editore: Mondadori
pubblicato: 2012-07-24T16:39:52+00:00


che ha un po’ di fregola e muore dalla voglia di fottersi la sua mogliettina.

- Mi sembra più che legittimo - osservò Alessandro con un sorriso. - Chi sei? -

domandò poi al soldato.

- Mi chiamo Eudemo, re, e sono di Drabesco.

- Sei sposato?

- Sire, mi sono sposato prima di partire: sono stato due settimane con mia moglie e da

allora non l’ho più rivista. Ora ho sentito dire che non rientriamo in Macedonia e che

anzi si andrà verso est. È vero questo?

Alessandro pensò per un momento dentro di sé a quanto fosse potente il sistema

d’informazione della truppa, ma non se ne stupì. - Sì, è vero - rispose.

Il giovane soldato abbassò il capo con rassegnazione.

- Non sembri entusiasta di seguire il tuo re e i tuoi compagni.

- Non è questo, sire, è che...

- Hai voglia di dormire con tua moglie.

- A dire la verità, sì. E ci sono molti altri nella mia stessa condizione. Le nostre

famiglie volevano che ci sposassimo perché si partiva per la guerra: volevano che

lasciassimo un erede nel caso che... Non si sa mai.

Alessandro sorrise: - Non aggiungere altro. Volevano che mi sposassi anch’io, ma

uno dei pochi vantaggi dell’essere re è che uno si sposa solo se vuole. In quanti siete?

- Seicentonovantatré.

- Per gli dei, avevi già il conto completo! - esclamò il sovrano.

- Ebbene, ecco... Noi pensavamo che si va incontro all’inverno e che forse non si

sarebbe combattuto con la cattiva stagione e quindi volevamo chiederti...

- Il permesso di tornare dalle vostre mogli.

- È così, re - ammise il soldato rincuorato dalla disponibilità di Alessandro.

- I tuoi compagni hanno scelto te per rappresentarli?

- Sì.

- Perché?

- Perché...

- Parla liberamente.

- Perché sono stato il primo a mettere piede sulla breccia dopo che il muro è crollato e

mi sono buttato dalla torre d’assalto che bruciava solo dopo che l’ariete ha fatto

crollare il muro.

- Perdicca mi ha parlato di un soldato che ha compiuto queste gesta, ma non mi aveva

detto il suo nome. Sono orgoglioso di conoscerti personalmente, Eudemo, e sono

felice di esaudire il tuo desiderio e quello dei tuoi compagni. Vi sarà data una somma

di cento stateri di Cizico ciascuno e un permesso di due mesi.

Il soldato aveva gli occhi lucidi per la commozione. - Re... io... - balbettò.

- A un patto.

- Qualunque cosa, sire.

- Quando tornerete, dovrete portarmi altri guerrieri. Cento per ognuno di voi: fanti o

cavalieri, non importa.

- Puoi fidarti della mia parola. Fai conto di averli già inquadrati nei ranghi.

- E adesso vai.

Il soldato non sapeva come ringraziarlo e restava lì impalato.

- Allora? Non morivi dalla voglia di raggiungere tua moglie?

- Sì, ma io volevo dirti... volevo dirti che...

Alessandro sorrise e gli fece cenno di attendere. Si avvicinò a uno scrigno, ne tolse

una collana d’oro con un piccolo cammeo che rappresentava la dea Artemide e gliela

diede.

- È la dea che protegge le spose e le madri. Dalla a tua moglie, da parte mia.

Il soldato avrebbe voluto parlare, ma un groppo alla gola glielo impediva. Riuscì solo

a mormorare: - Ti ringrazio, re. - Con la voce che gli tremava.



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